XL - Pensare in grande
opere di:
Michele Cascella (1892 - 1989), Hermann Corrodi (1844 - 1905),
Arturo Dazzi (1881 - 1966), Ferruccio Ferrazzi (1891 - 1978),
Giovanni Battista Filosa (1850 - 1935), Edoardo Gioja (1862 - 1937),
Giovanni Guerrini (1887 - 1972), Camillo Innocenti (1871 - 1961),
Emilio Sobrero (1890 - 1964)
a cura di Lela Djokic
16 febbraio - 30 aprile 2012
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Perché una mostra che privilegia il formato e non l'arte di un solo pittore o di una corrente? Lo si comprende
entrando nella Nuova Galleria Campo dei Fiori che da giovedì 16 febbraio 2012 espone opere di ampie
dimensioni di artisti a cavallo tra Otto e Novecento. I quadri di grande formato raccolti da Lela Djokic
catturano subito lo sguardo e ti inondano di colore. Persino chi teme che le pareti delle case moderne siano
troppo anguste per ospitarli, alla fine si arrende al fascino della visuale di ampio respiro.
Del resto la maggior parte dei pittori di tutti i tempi ama "pensare in grande" e quindi creare in grande.
In occasione di mostre pubbliche di elevato prestigio si sceglie il grande formato anche per impressionare la giuria.
Il desiderio di conquista del potenziale acquirente diventa un'altra ragione per esprimersi sulle grandi tele.
Infine, per quanto riguarda la ritrattistica, determinante è la necessità di presentare il soggetto
a figura intera, sulla scia della tradizione del '700 inglese.
I paesaggi Strada di paese con Vesuvio sullo sfondo (c. 1879) di Hermann Corrodi e Caccia alla volpe
(c. 1873) del napoletano Giovanni Battista Filosa, sono opere in cui la scelta del grande formato mira a
soddisfare il gusto della raffinata committenza. Corrodi riceveva a Roma i visitatori stranieri nell'elegante
studio al Grande Hotel de Roussie, offrendo i soggetti pittoreschi indicati nelle guide del Grand Tour.
Giovan Battista Filosa a Parigi, dove lungamente soggiorna, usa il grande formato per dipingere nei boschi
intorno alla capitale francese una scena di caccia, concentrando tutta l'attenzione sulla luce fra gli alberi
e sugli animali in corsa, mentre i cacciatori sui cavalli restano piccolissime figure ai bordi del bosco.
Qui c'è solo l'artista con la natura, ma il desiderio di sedurre è altrettanto potente.
Nel 1897 Camillo Innocenti sceglie di inviare a Pietroburgo, alla Prima Esposizione Artistica Italiana,
la grande tela (cm. 175 x 122) intitolata Campagna romana - Al Divino Amore. La stessa nel 1903 è
alla LXXIII Esposizione Internazionale Amatori e Cultori a Roma.
Si ricollega sempre a una mostra all'estero, dove l'impegno dell'artista si unisce all'orgoglio nazionale,
il quadro di Emilio Sobrero Le Bagnanti che nel 1927 a Ginevra partecipa alla grande Esposizione dell'arte
italiana. La bellezza dei tre nudi immersi in una ricca vegetazione risalta nel contrasto col biancore dei corpi.
L'incanto del nudo unisce l'olio di Emilio Sobrero al Nudo in riva al mare del 1935 di Arturo Dazzi.
Il quadro raffigura una moderna Venere nel momento in cui esce dalle acque trattenendo a se solo un leggero panno bianco.
Si impone subito il parallelo con la festosità della Nascita di Venere di Sandro Botticelli.
Nel 1935 il pittore-scultore toscano ha una sala personale alla Seconda Quadriennale di Roma ove presenta una
Estate con la stessa giovanissima modella dai capelli rossi.
Il Carrettiere sul carro (1915) di Ferruccio Ferrazzi si propone come un raro esempio di sperimentazione
fra arte povera e cubo-futurismo.
Completa la rassegna un insieme di nuove proposte con opere di: Giovan Battista Amendola (1848 - 1887),
Carlo Barbieri (1910 - 1938), Gisberto Ceracchini (1899 - 1982),
Enrico Lionne (1965 - 1921), Rosario Pulvirenti (1899 - 1966), Daniele Ranzoni (1843 - 1889),
Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932) e Antonio Zumino (1864 - ?).
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Una mostra lunga 20 anni
opere di:
Giovanni Bartolena (1866 - 1942), Rino Gaspare Battaini (1898 – 1960), Amalia Besso (1856 - 1932),
Alfredo Biagini (1886 - 1952), Leonardo Bistolfi (1859 - 1933), Amedeo Bocchi (1883 - 1976),
Salvatore Candido (prima metà XIX sec.), Francesco Cangiullo (Napoli 1884 - Livorno 1977),
Felice Carena (1879 - 1966), Gisberto Ceracchini (1899 - 1982),
Emma Ciardi (1879 - 1933), Filippo Cifariello (1864 - 1936), Hermann Corrodi (1844 - 1905),
Bruno Croatto (1875 - 1948), Deiva De Angelis (1885 - 1925), Adolfo De Carolis (1874 - 1928),
Carlo Domenici (1898 - 1981), Ercole Drei (1886 - 1973), Teodoro Duclére (1815 - 1869),
Edoardo Forti (XIX sec.), Johann Jakob Frey (1813 - 1865), Edoardo Gioja (1862 - 1937),
Laura Giuliani (1909 - 1982), Giovanni Guerrini (1887 - 1972),
Camillo Innocenti (1871 - 1961), Alessandro La Volpe (1820 - 1887), Enrico Lionne (1865 - 1921),
Vittorio Nomellini (1901 - 1965), Francesco Nonni (1885 - 1976), Enzo Pregno (1898 - 1972),
Giovanni Prini (1877 - 1958), Rosario Pulvirenti (1899 - 1966), Eva Quajotto (1903 - 1952),
Imelde Santini (1857 - 1947), Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932), Gustavo Simoni (1845 - 1926),
Thayaht (1893 - 1959), Attilio Torresini (1884 - 1961), Emilia Zampetti Nava (1883 - 1970),
Antonio Zumino (1864 - ?), Ettore Ximenes (1855 - 1926)
a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
15 novembre - 29 dicembre 2012
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Il 17 novembre 1993 usciva sul quotidiano la Repubblica un articolo dal titolo Galleristi intrepidi:
tra chiusure di storiche gallerie, si annunciava a Roma l'apertura di un nuovo spazio, la Galleria Campo dei Fiori.
Erano anni difficili, si era in piena bufera causata dagli eventi di Tangentopoli, "anni di crisi" come lo sono questi
ultimi. Ne sono passati quasi 20 da allora, ed è per raccontare un'attività lunga due decenni che si
inaugura alla Nuova Galleria Campo dei Fiori - giovedì 15 novembre 2012 alle ore 17 -
Una mostra lunga 20 anni. Un'attenta selezione di opere di artisti italiani vissuti tra Otto e primo Novecento,
protagonisti di oltre 45 mostre, tra monografiche e tematiche, curate da Lela Djokic (fondatrice e direttrice della
Galleria) e Daina Maja Titonel, assieme ad importanti storici dell'arte quali
Emanuele Bardazzi, Renato Breda, Carlo Fabrizio Carli, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Giovanna Caterina de Feo, Elena Gigli,
Bruno Mantura, Flavia Matitti, Fernando Mazzocca, Francesca Romana Morelli, Pier Paolo Pancotto, Mario Quesada,
Pasqualina Spadini, Duccio Trombadori.
La mostra di esordio del nuovo spazio, nel dicembre 1993, era dedicata a Camillo Innocenti, del quale si espongono
ora due importanti tele: Campagna romana (Al Divino amore) con cui nel 1897 il venticinquenne Innocenti
partecipa alla "Prima Esposizione Artistica Italiana in Pietroburgo" e nel 1903 a Roma alla "LXXIII Esposizione
Internazionale Amatori e Cultori". Tra i fondatori del gruppo dei XXV della Campagna Romana,
Innocenti aderisce successivamente al movimento divisionista. Ed è proprio di matrice divisionista il
secondo dipinto in mostra: Lisetta (1915) con il quale l'artista è alla "III Secessione" romana (1915) e
alla "IX Quadriennale" (Roma 1965). Sempre rimanendo in ambito divisionista, in mostra un raro Ritratto di
Salvatore Di Giacomo, eseguito nel 1908 dal napoletano Enrico Lionne. A Napoli e ai suoi vedutisti la
Galleria ha dedicato particolare attenzione. A testimonianza di quel periodo si espongono le opere di Salvatore Candido
(Veduta di Napoli da Mergellina, c. 1813), Hermann Corrodi (Strada di paese con Vesuvio sullo sfondo,
c. 1879), Teodoro Duclére (Veduta del Golfo di Napoli), Edoardo Forti (Veduta di Pompei
con Vesuvio sullo sfondo), e due tavole finemente dipinte di Alessandro La Volpe del 1846:
Veduta della costa napoletana e Veduta del Rione Terra di Portici.
Tra le numerose mostre monografiche realizzate dal 1993 ad oggi, ricordiamo con altrettanti dipinti e sculture:
Giacomo Balla, capricci romani; Adolfo De Carolis; Ercole Drei;
Johann Jakob Frey, un pittore viaggiatore fra l'Italia e l'Oriente; Giovanni Guerrini,
dal Liberty al Novecento; Guido Marussig, un triestino tra Simbolismo e Déco;
Arturo Noci. Un pittore tra Roma e New York, dal Divisionismo al Realismo;
Giovanni Prini, dal Simbolismo alla Secessione; Giulio Aristide Sartorio,
fra Simbolismo e Liberty; Spadini al tempo di "Valori Plastici"; Thayaht, dal
Futurismo a Gauguin.
Proseguendo la propria indagine storico-critica-filologica sulle vicende artistiche della prima metà
del XX secolo (che ha portato a mostre quali: Società degli Amatori e Cultori;
Bianco e Nero agli Amatori e Cultori; Corpi svelati, il nudo a Roma da Sartorio a Pirandello;
Fuori dalle Avanguardie; Scultori italiani tra Simbolismo e Déco) l'attività della Galleria
si è particolarmente concentrata sulle artiste vissute in quel periodo. Nascono così, oltre a varie
esposizioni a tema (Artiste e Modelle, uno sguardo al femminile), le mostre monografiche:
Deiva De Angelis, una "fauve" a Roma; Pasquarosa, una pittrice fauve tra le Secessioni e
la Scuola Romana; Eva Quajotto, un nome dimenticato. Protagoniste della cultura artistica italiana
grazie alla partecipazione alle più importanti rassegne espositive del periodo, purtroppo cadute
lungamente nell'oblio, si espongono dunque le opere di Amalia Besso, Emma Ciardi,
Deiva De Angelis, Laura Giuliani, Pasquarosa, Eva Quajotto, Imelda Santini,
Emilia Zampetti Nava.
Un discorso a parte merita la collana di studi promossa dalla Galleria che consta di 25 pubblicazioni,
con alcuni testi monografici e contributi al catalogo generale dedicati ad importanti artisti rimasti finora poco studiati.
Si vuole infine ricordare la collaborazione durante questi anni con l'Associazione Amici di Villa Strohl-fern,
esponendo alcuni degli artisti che negli studi della Villa hanno soggiornato: Alfredo Biagini, Amedeo Bocchi,
Gisberto Ceracchini, Attilio Torresini, oltre ai già nominati Ercole Drei, Pasquarosa, Eva Quajotto,
Deiva De Angelis.
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