Deiva De Angelis 1885-1925 una "fauve" a Roma
mostra organizzata insieme all'Associazione Amici di Villa Strohl-Fern
a cura di Lela Djokic, Donatella Trombadori
con la collaborazione di Daina Maja Titonel
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3 febbraio - 5 marzo 2005
catalogo a cura di Lela Djokic, Daina Maja Titonel,
con testi di Duccio Trombadori, Francesca Romana Morelli, Lucia Fusco.
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recensioni su web:
Exibart - Deiva De Angelis
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Giovedì 3 febbraio 2005 alle ore 17,00 si inaugura alla Nuova Galleria Campo dei Fiori, una mostra dedicata alla pittrice umbro–romana Deiva De Angelis (Gubbio 1885 – Roma, 24 febbraio 1925), la prima a carattere monografico.
La rassegna organizzata insieme all’Associazione Amici di Villa Strohl–Fern, per ricordare il centoventesimo anniversario della nascita e l’ottantesimo della morte dell'artista, è a cura di Lela Djokic e Donatella Trombadori con la collaborazione di Daina Maja Titonel.
Per l’occasione sarà edito un catalogo a cura di Lela Djokic e Maja Titonel, con testi di Duccio Trombadori, Francesca Romana Morelli e Lucia Fusco.
L’esposizione comprende più di venti oli provenienti in gran parte dalle storiche collezioni private, incluse due tele Tolette (1915) e Paesaggio urbano (1918), appartenute al grande storico dell'arte Roberto Longhi e ora conservate a Firenze all’omonima Fondazione di Studi della Storia dell’Arte.
Oltre a questi capolavori si è voluto soprattutto mettere in evidenza opere meno note o in molti casi addirittura inedite.
La figura della pittrice, la sua breve e insolita vita, priva di certezze, anche anagrafiche, è un insieme degno di un’opera letteraria.
Figlia illegittima, nasce nei pressi di Gubbio, presumibilmente nel 1885 (per lei l’anagrafe è sempre assente).
Deiva Terradura (cognome materno) arriva a Roma nei primi anni del Novecento. Per mantenersi vende i fiori a Piazza di Spagna, storico luogo di raduno dei modelli in cerca di lavoro. Ed è così che passa dai gradini della celebre piazza agli studi di via Margutta.
L’incontro con il pittore inglese William Walcot (Odessa 1874 – Londra 1943) si rivela decisivo. E’ lui a scoprire che la sua modella, oltre alla bellezza, possiede del talento artistico. Insieme si recano a Parigi e a Londra, dove la giovane pittrice ha modo di conoscere le ultime tendenze dell’arte europea.
Sposa giovanissima l’avvocato pugliese De Angelis e firmerà i suoi lavori sempre con il cognome del marito.
Fra il 1914 e 1918 lavora in uno studio a Villa Strohl–Fern insieme ad Efisio Cipriano Oppo, al quale in quegli anni è legata sentimentalmente.
Partecipa a Roma alle tre edizioni della Secessione nelle quali sono esposte anche le tele dei Fauve e degli Impressionisti.
Nel 1918 espone alla Casina Valadier assieme ad Armando Spadini e nel 1920 allestisce una mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia, una delle galleria di punta dei futuristi.
Infine prende parte alle tre edizioni delle Biennali romane nel 1921, 1923, 1925.
Muore a Roma a soli quarant’anni il 24 febbraio 1925, in via Angelo Brunetti, a due passi da Piazza di Popolo.
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Corpi svelati 1900-1950 Il nudo a Roma da Sartorio a Pirandello
a cura di Lela Djokic, Flavia Matitti
con la collaborazione di Daina Maja Titonel
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5 maggio - 25 giugno 2005
catalogo a cura di Flavia Matitti.
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recensioni su web:
Exibart - Corpi svelati
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La mostra si propone di offrire attraverso una ventina di opere, tra dipinti e sculture, una sintesi del diverso modo di percepire e raffigurare il nudo, a Roma, nella prima metà del Novecento, ossia dai tempi della Belle Epoque agli anni del Neorealismo, privilegiando comunque i primi decenni del secolo.
L’esposizione riunisce alcuni importanti pezzi storici, tra i quali si segnalano due pannelli superstiti del fregio realizzato da Giulio Aristide Sartorio per decorare la Sala del Lazio alla Biennale di Venezia del 1903 e la scultura in bronzo della Bagnante di Alfredo Biagini, che arredava la Sala Etrusca della Quirinetta, il ritrovo mondano progettato da Marcello Piacentini e inaugurato nel 1927.
Altra particolarità è quella di presentare l’opera pittorica di due noti scultori: Ercole Drei con il quadro Conchiglia, esposto nel 1934 alla IV Sindacale Romana e Arturo Dazzi con il grande dipinto intitolato Estate, presentato nel 1935 alla II Quadriennale, e da allora mai più esposto.
Documentano inoltre il gusto simbolista e liberty un olio di Adolfo De Carolis, e le sculture in bronzo di Amleto Cataldi e Ivan Mestrovic, mentre il Divisionismo romano palpita nei nudi femminili di Arturo Noci, Camillo Innocenti, Aleardo Terzi e Ferruccio Ferrazzi.
Il ritorno all’ordine, dopo la Grande Guerra, è rappresentato da un disegno monumentale del pittore "Neoclassico" Francesco Trombadori. Al clima del Novecento sono riconducibili i nudi dipinti da Felice Carena e Giovanni Guerrini, mentre Armando Spadini sta a sé con un bozzetto per la Bagnante.
Testimoniano infine il maturare di una nuova temperie culturale, all’insegna dell’espressionismo e
del realismo, l’olio di Alberto Ziveri e la terracotta di Antonietta Raphaël.
Concludono idealmente e cronologicamente il percorso espositivo due dipinti di Fausto Pirandello.
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Le vie dell'Ottocento 1815-1915 quaranta opere per una collezione
opere di: C. Barbella, G. Bartolena,
A. Bertaccini, S. Candido, F. Cangiullo, H. Corrodi, C. Domenici, T. Duclére,
C. Filippelli, G.B. Filosa, E. Forti, P. Fragiacomo, J.J. Frey, E. Gioja, C. Innocenti, A. Issupoff,
R. Leone, A. Mancini, S. Novo, A. Pratella, F. Pratella, G. Romiti, I. Santini, G. Signorini, G. Simoni
a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
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24 novembre 2005 - 22 gennaio 2006
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recensioni su web:
Exibart - Le vie dell'Ottocento
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La prima mostra della stagione autunnale della Nuova Galleria Campo dei Fiori è dedicata
al collezionismo dell’Ottocento e si inaugura giovedì 24 novembre 2005. Presenta una selezione
di quaranta opere fra oli, tempere, acquerelli, pastelli, terrecotte, bronzi e un bassorilievo in legno.
Nella quale un collezionismo attento potrà scegliere fra vedute, paesaggi, ritratti, scene di genere
e opere in scultura. Tra i lavori esposti spicca la grande tela dipinta nel 1879 da Hermann
Corrodi (1844-1905), Strada di paese con il Vesuvio sullo sfondo.
Di grandi dimensioni è il capolavoro di Camillo Innocenti (1871-1961), Al Divino Amore,
esposto recentemente all’Accademia di San Luca nella mostra La Campagna Romana de 'I XXV'.
Il dipinto fu presentato già nel 1897 alla Prima Esposizione Artistica Italiana in Pietroburgo.
Si espone per la prima volta in galleria una suggestiva Caccia alla volpe di Giovanni Battista
Filosa (1850-1935), dipinta durante il soggiorno parigino dall’artista napoletano, fra il 1873 e il
1884 quando lavorava per il noto mercante Goupil ed esponeva annualmente ai Salons.
Tra le vedute si segnalano due lavori inediti di Attilio Pratella (1856-1949) con scorci di vita
di strada nella Napoli di inizio Novecento. Mentre è ancora Napoli, vista da Mergellina, a far da protagonista
nell’olio di Salvatore Candido; assieme a una classica veduta del golfo dipinta finemente da
Teodoro Duclére (1815-1869). Ad entrambe si aggiunge una veduta di Pompei di Edoardo
Forti. Di Fausto Pratella (1888-1948) si espone una veduta del Porto di Chioggia sotto
la neve. Il Castello Aragonese compare infine nella veduta di Ischia di Romolo Leone.
A Venezia sono dedicate invece le due tavolette, di Pietro Fragiacomo (1856-1922) e Stefano
Novo (1862-1927c.). Del 1911 è il Boulevard di Parigi del napoletano Francesco Cangiullo
(1884-1977), dipinto prima dell’adesione al Futurismo.
Sempre nell’ambito dei paesaggi, troviamo la Toscana nelle tavole di Carlo Domenici
(1898-1981), Buttero a cavallo, e nella Marina di Gino Romiti (1881-1967).
Fra le figure ecco una Carmen ritratta su fondo oro da Antonio Mancini (1852-1929)
dove la preziosità della tela ben si sposa alla cornice disegnata da Francesco Paolo Michetti.
E poi due ritratti eseguiti da Edoardo Gioja (1862-1937) a Londra, dove l’artista
si trasferisce divenendo ritrattista ufficiale della buona società inglese. Ancora di Edoardo Gioja
è un pannello liberty scolpito in legno: La ridda dei pesci, che faceva parte della camera
da pranzo del villino Manzi di Roma.
Di Gustavo Simoni (1845-1926) sono esposti due acquerelli di cui uno di soggetto orientalista,
Suonatori arabi. Di stampo orientalista sono anche i vari acquerelli di Johann Jakob Frey
(1813-1865). Del russo Alessio Issupoff (1889-1957) è la tavoletta Contadini russi.
Una scena domestica compare invece nell’olio di Cafiero Filippelli (1889-1973).
Segue La lezione, una deliziosa scena con quattro bambini mentre studiano, opera della poco
nota pittrice e miniaturista marchigiana Imelde Santini (1857-1947).
Chiude la rassegna l’unica natura morta presente in mostra di Giovanni Bartolena (1866-1942).
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